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Le tecniche del tatuaggio nel mondo


Sei sicuro di essere un esperto conoscitore del mondo dei tatuaggi? Bene, allora ti metteremo alla prova sulla conoscenza delle diverse tecniche del tatuaggio!

 

Fin dai tempi preistorici abbiamo testimonianze di tatuaggi incisi sulla pelle degli uomini (la mummia di Simulaun ne è un esempio) ma forse non ci siamo mai domandati se in tutto il mondo le tecniche fossero uguali o comunque ci fossero delle somiglianze.
Allora imbarchiamoci alla scoperta delle 5 tecniche del tatuaggio più famose del mondo!

La tecnica degli Inuit

Gli Inuit erano una popolazione indigena che risiedeva nelle zone dell’attuale Groenlandia ed Alaska. Utilizzavano il tatuaggio per difendersi dalle forze del male e per rappresentare la loro appartenenza al clan. Per incidere gli Inuit utilizzavano un filo coperto di fuliggine che veniva fatto passare attraverso l’epidermide.

cura tatuaggio appena fatto

Tecnica Polinesiana

L’origine del tatuaggio in Polinesia è ricco di riferimenti mitologici, caratteristica che ci fa comprendere come fosse importante e pieno di sacralità per loro l’atto del tatuarsi. La tecnica del tatuaggio polinesiano comprendeva l’uso di un bisturi chiamato tatatau composto da un manico in legno e la pinta per incidere fatta con un artiglio di un animale o il dente del pescecane. Un’esperienza davvero dolorosa!

La tecnica Giapponese

La tecnica Tebori è una tecnica del tatuaggio fra le più antiche e ancora apprezzate nel circuito dei tatuatori. Veniva utilizzato un sottile ago in metallo e venivano fatte delle incisioni in modo obliquo.

La tecnica Cambogiana

Simile a quella giapponese, in Cambogia veniva utilizzata una bacchetta molto lunga che incideva in modo meno vigoroso la pelle ma che aveva un grande valore religioso.

La tecnica Americana

La più conosciuta e tuttora utilizzata nella gran parte del mondo, la tecnica del tatuaggio americana fa uso di una macchinetta elettrica con aghi che “punzecchiano” la pelle. La differenza sta nell’evoluzione dell’utensile ma soprattutto nell’entità stessa del tatuaggio, un’esperienza meno dolorosa che si allontana a poco a poco dall’idea dell’esorcizzazione del male.